Solo quando si amano la vita e la terra, al punto tale che sembra che con esse tutto sia perduto e finito, si può credere alla resurrezione dei morti e ad un mondo nuovo; solo se l’ira e la vendetta di Dio contro i suoi nemici restano realtà valide, qualcosa del perdono e dell’amore verso i nemici può toccare il nostro cuore. Chi vuole essere e sentire troppo frettolosamente e troppo direttamente in modo neotestamentario, secondo me non è un cristiano.
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. Lʼamministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie lʼamministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dallʼamministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili dʼolio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quellʼamministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Mi lascio ispirare
Perché Gesù racconta questa storia di furbizia ed egoismo? Comʼè che sembra lodare la disonestà e la scaltrezza? Non era lui che ci aveva insegnato a perdonare sempre, senza condizioni, ad amare fino a scegliere lʼultimo posto, a dare fino a rimetterci, ad affidarci a Dio senza preoccuparci neanche del necessario, fino a diventare completamente liberi ed estremamente fragili? Che ce ne dobbiamo fare allora di questa prospettiva così mondana? Perché il Signore ci mette a confronto con «i figli di questo mondo» preferendo la loro scaltrezza, accusandoci quasi di essere troppo ingenui?
Se cʼè una cosa bella del Vangelo, è che non può essere in nessun modo schematizzato o ridotto a una filosofia o a un sistema etico. È una raccolta di storie, e quindi pieno di contraddizioni; una parte può confermarci in unʼidea, ed ecco ne arriva unʼaltra che subito ce la mette in crisi. È il dinamismo stesso della vita, in cui procediamo per passi avanti e passi indietro, tentativi, aggiustamenti, incontri, ripensamenti… Cristo non è una legge da applicare, ma un amico che ci guarisce, ci guida, ci aiuta a non incastrarci in nessun tipo di fissazione, fosse anche la più santa.
Con una storia del genere vuole forse metterci in guardia dal rischio dello spiritualismo disincarnato: a volte cʼè da essere cristiani non solo nelle preghiere e con la pazienza, ma anche sporcandosi le mani nelle azioni più compromettenti; a volte non bisogna aspettare una consolazione, un segno o qualcosa da Dio, ma lottare per essere felici, scegliere, prendere autonomamente. Spendersi al servizio degli altri, ma anche custodire il proprio; fidarsi, ma anche prestare attenzione; preoccuparsi delle intenzioni, ma anche dei risultati; curare lo spirito, ma anche il corpo…
Il Signore ci vuole completamente suoi, ma anche completamente nel mondo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa provo confrontandomi con questo passo del vangelo?
In che modo può capitarmi di peccare di spiritualismo disincarnato?
Come risuona oggi per me la chiamata a essere scaltro/a?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Novembre
2023
Darsi da fare
commento di Lc 16,1-8, a cura di Harambet