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La carta di identità del cristiano sono le beatitudini
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Mi lascio ispirare
Chi c’è al centro della nostra vita? Chi poniamo veramente nella nostra vita come faro che ci guida e ci illumina? Il Signore è tutto questo. Lui è al centro della nostra essenza, al centro delle nostre scelte, delle nostre vite, guidate sempre da lui.
Ma spesso nella nostra quotidianità togliamo dal centro Dio e lo poniamo in disparte rispetto alle ricchezze, all’abbondanza di cibo, al benessere di cui siamo circondati. Siamo ormai abituati ad avere tutto e subito, basta un click. E siamo felici? Ci sentiamo sazi, gratificati? No. Ci manca sempre qualcosa.
Paradossalmente quella povertà che l’evangelista Luca ci indica, quella fame che ci divora dentro, quelle lacrime che ci tormentano, sono invece la vera ricchezza, la via che ci riporta a porre Dio al centro della nostra vita. Perché dobbiamo imparare a mollare tutta questa ricchezza per tornare poveri.
Dio regna sulla terra ma non è un regnante ricco che ci chiede di pagare l’aria che respiriamo. Dio è un regnante che ci ricompensa, che sazia la nostra fame e dà ascolto alle nostre lacrime più profonde, quelle che nessuno vede, che nessuno ascolta. Ci ricompensa con Amore, stando in mezzo a noi e non chiuso in un castello lontano pieno di ricchezze inutili.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ascoltiamo la nostra sete. Quanto ci sentiamo dissetati dalla superficialità?
Quanto siamo disposti a mollare le ricchezze che possediamo per scoprire il bello di avvicinarci a quella povertà che rende liberi?
Come ci sentiamo di fronte a quella ricompensa che Gesù dice di essere presente, ora? Ci sentiamo pronti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Settembre
2023
Mollare per ricevere
commento di Lc 6,20-26, a cura di Vanessa D'Urbano