Giorgio Ferrari, Gesù predica sulla barca -
Sulla spiaggia davanti al mare aperto c’è chi incontra un limite e si ferma, e chi invece scorge una possibilità e si imbarca.
Roberto Casati
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Mi lascio ispirare
Insegnava alle folle dalla barca. Gesù sceglie altre volte di predicare alle folle dal centro del lago, stando su una barca. In questa occasione deve anche chiedere aiuto affinché questo sia possibile. Perché preferisce questa prospettiva? Si potrebbe pensare a un’esigenza pratica, alla spiaggia come un anfiteatro dove il centro è nell’acqua e la barca è l’unica soluzione per raggiungerlo. O magari a qualcosa di personale, quasi al limite del gioco, un Gesù che sogna la barca, che ne ha il desiderio, e che nella predicazione dalla barca trova un modo per viverlo.
Quando ebbe finito di parlare. Gesù dopo il suo lavoro di predicatore passa a quello degli altri, si fa pescatore con i pescatori, dà istruzioni, li incoraggia a gettare ancora una volta le reti. Come avranno preso questa iniziativa Pietro e quelli che erano con lui, dopo la notte di fatica e delusione, magari con la sola necessità di andare a riposare? Possiamo immaginare che tra questa stanchezza e ciò che segue – gettare di nuovo le reti – si collocano proprio le parole di Gesù che toccano il cuore anche di questi uomini che si sentono incoraggiati a ripartire dal loro fallimento. E la pesca è abbondante!
Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù. Di fronte al dono, Pietro apre il suo cuore con Gesù e lo fa a partire dal peccato. Il peccato è molte volte una delle cose più intime che custodiamo – un’intimità che può trasfigurarlo. Sentire il bisogno e la fiducia di condividerlo può essere solo una risposta a un grande regalo, una risposta a colui che ti ha raggiunto dentro.
Per lasciare tutto, per seguire serve aver sperimentato intimità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come Gesù, quando hai fatto esperienza dell’andare in barca? Cosa hai provato?
Da quale delusione o fallimento vorresti ripartire?
A chi consegni o consegneresti la tua intimità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Settembre
2023
Dalla barca
commento di Lc 5,1-11, a cura di Giuseppe Amalfa SJ