Il Cristo e l’abate Mena, Icona copta del VII sec (Parigi, Museo del Louvre) -
Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento.
Alda Merini, Alla tua salute!
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,15-19)
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Mi lascio ispirare
«Ed essi ebbero mangiato». Ancora una volta Gesù si siede a tavola per mangiare con i suoi discepoli. Il maestro e il Signore della vita desidera mangiare con me. Anche oggi, quando nel turbinio della quotidianità riusciamo a trovare un momento per pranzare con un amico, con la persona amata, diciamo all’altro quanto teniamo a lui, quanto sia bello condividere il cammino insieme… E così anche nel vangelo di oggi, in questo gesto di Gesù con i suoi amici, c’è tutta l’intimità di Dio svelata all’uomo, a ciascuno di noi.
È lui che prende l’iniziativa e viene incontro alle nostre fami, è lui che ci sfama di quel cibo che sazia il cuore e rende gustoso il cammino. In questo incontro, quando ci lasciamo toccare da lui e guardare nell’intimo, Gesù ci svela la nostra più grande identità: essere amati tutti, in tutto, nelle nostre fragilità.
Il ricordo però non può non volare a quella notte di passione in cui Pietro ebbe sì il coraggio di seguire Gesù da vicino più di ogni altro, ma anche di tradirlo. In realtà credendo di tradire il maestro, tradì se stesso e quel freddo che cercò di lenire con il fuoco acceso nel cortile di Anna, entrò dentro di lui. È a quella notte interiore, a quel freddo che attanaglia il cuore che Gesù vuole parlare.
«Mi vuoi bene? Mi ami più di costoro?» Con queste domande Gesù restituisce a Pietro la sua piena identità di figlio, di discepolo, di amico amato. Per lui la sua vita è donata e mai sprecata.
Nulla potrà separarci da Lui, da questo amore!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nella vita che scorre come trovo il tempo di lasciarmi incontrare dalle persone “vicine” ?
Quando mi lascio incontrare dal Signore che vuole fermarsi a mangiare con me?
Quale tradimento affido oggi al Signore, perché possa perdonarmi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Maggio
2023
Mi ami tu?
commento di Gv 21,15-19, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini