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Sabiamente ignorante, irè donde no sé. Puesto el corazon en ti, te seguirè.
Saggiamente ignorante, andrò dove non so. Metti il mio cuore in te, io ti seguirò
Alejandro Labajos
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,44-51)
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Mi lascio ispirare
La vita di tutti i giorni ci mette alla prova, tra impegni e preoccupazioni che offuscano la nostra mente… magari spesso cerchiamo conforto e riposo in piaceri momentanei, che però ci lasciano solo un piccolo senso di felicità e distrazione. E allora dove trovare vero conforto? Chi crede e ripone la propria fiducia nella fede avrà la vita eterna. Ma anche la fede è qualcosa difficile da cercare, che richiede sforzi e preghiera continua, perché la presenza di Dio va cercata. E proprio quando abbiamo dubbi, incertezze, non abbiamo più speranza, rivolgiamoci al Signore, unica sorgente che fa promesse vere di vita, che non ci illude: vuole che lo seguiamo e che ci abbandoniamo a lui, perché si fida di noi e ha un progetto preciso per un ognuno.
Proprio questa sua fiducia incondizionata è ciò che ci attira verso di lui, questa forza così misteriosa che dice “nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” è l’amore dello Spirito Santo. La fede in Cristo e il sapere che lui è l’unico che può salvarci e amarci nonostante le nostre ferite e i nostri peccati ci fanno credere e sperare nella vita eterna, in qualcosa di più grande che ci attende. Allora continuiamo ad alzare lo sguardo verso l’alto, a non rimanere fissi sui nostri fallimenti, sulle difficoltà, sulle paure che bloccano le nostre azioni, e proviamo a staccarci dalle finte sicurezze cui ci aggrappiamo ogni giorno: il successo, i soldi, il giudizio degli altri…
Chiediamo allora la grazia di fidarci di Qualcuno al di sopra di noi, per ricevere ogni giorno il pane quotidiano che viene dal cielo e quindi sperimentare la bellezza e la gioia del Signore, la gioia della vita. La grazia di imparare a guardarci con gli stessi occhi con cui Dio ci guarda ogni giorno, per rendere la nostra storia e la nostra vita qualcosa per cui ringraziare davvero il Signore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Oggi, in cosa ripongo le mie sicurezze e la mia fiducia?
In quale momento particolare della mia vita ho cercato il Signore chiedendogli aiuto?
In che modo cerco Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Aprile
2023
Vero conforto
commento di Gv 6,44-51, a cura di Pietre Vive (Roma)