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Io non ho bisogno di stima,
né di gloria, né di altre cose simili;
ma ho bisogno d’amore.
Giacomo Leopardi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Essere ammirati. Capita di muoversi nel museo della vita tra figure che varie volte ci sono state presentate su piedistalli, che magari possono aver alimentato anche sanamente degli ideali e orizzonti. Capita anche prima o poi su quel piedistallo di salirci, ritrovarsi a passare da essere ammiratori a essere ammirati, magari anche dopo faticosi sacrifici e lunghi periodi di nascondimento. Ma dietro il lato positivo che l’ad-mirari – guardare verso – porta con sé, oggi Gesù ci mette in guardia dalla sua corruzione, quel guardarsi al centro, che priva lo sguardo di profondità e apertura di campo. E fa degli esempi anche facili da attualizzare.
Filattèri e frange. Ci muoviamo tra termini della ritualità ebraica. I filattèri sono delle scatolette contenenti passaggi della scrittura che vengono attaccati al braccio e alla fronte; le frange, più comprensibili, sono decorazioni attaccate alle estremità dei vestiti. In entrambi i casi si tratta di “dispositivi” che amplificano all’esterno qualcosa di interiore, nello specifico la relazione con la Parola di Dio. Qual è il rischio da cui Gesù ci mette in guardia? Quello di esibire fuori qualcosa che non si fonda dentro, fissarsi in ramificazioni che hanno perso le loro radici.
Posti d’onore. È la preoccupazione di essere accanto a qualcuno che conta, di circondarsi di adulatori, occupare un posto riconosciuto come prestigioso. Il posto incarna anche l’irrigidimento in un ruolo, che può togliere essenza alla vita, la trasferisce in una posizione e la converte in una teatralità di facciata.
Titoli. È la più astratta delle perversioni dell’ammirazione, non è qualcosa di materiale ma risuona dentro chi viene apostrofato da un titolo – dottore, professore, padre… – con un’efficacia pericolosa: ai titoli ci si può affezionare e attaccare. Il titolo crea anche distanza, asimmetria nelle relazioni e spesso può essere l’anticamera di diverse forme di abuso.
Nel comunicare queste corruzioni, c’è il rischio di restarne invischiati in qualche modo, ma questo non avviene per Gesù che nel vangelo ce le comunica: la sua autorità fondata sulla carità è l’unica via possibile al potere dell’abbassamento e del servizio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito ammirato/a e perché?
Cosa mi capita di esibire agli altri?
Come risuona in me lo stile di autorità di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Marzo
2023
Ammirati
commento di Mt 23,1-12, a cura di Giuseppe Amalfa SJ