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Traslocare, a volte, è [...] difficile: significa contemplare tutto quello di cui abbiamo bisogno per dire io.
Emanuele Coccia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 4,12-17.23-25)
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Mi lascio ispirare
Oggi ci viene permesso di accompagnare Gesù in un passaggio vitale importante: il suo trasloco da Nazaret a Cafarnao. Sono vari i temi che questo trasloco ci mette davanti.
Lasciare la casa di famiglia. Gesù cresce e lascia la casa dove ha vissuto con Maria e Giuseppe; non conosciamo l’età in cui questo avviene, è un tempo ampio tra i 20 e 30 anni, quando Gesù inizia la sua “vita pubblica”. Ciascuno, con Gesù, può mettersi in contatto con questa fase della propria vita: fare memoria o immaginare questo passaggio, che può anche non avvenire. In tutte queste situazioni Gesù può suggerire qualcosa al nostro modo di viverle attraverso il suo modo, che possiamo ricostruire con le tracce che ci ha lasciato nel vangelo ma anche con un po’ di fantasia.
Cosa porto con me? Un cambio di casa ci mette di fronte a delle scelte, del tipo: cosa porto con me e di cosa mi voglio liberare. Passare in rassegna gli oggetti che ci hanno accompagnato, i più vari, riattiva storia e vita, ci mette a contatto col nostro io: le cose, quelle che resteranno e quelle che lasceremo, dicono di noi. Possiamo immaginare anche Gesù alle prese con questo discernimento.
Una nuova casa. Infine gli scatoloni arrivano nella nuova casa: uno spazio anonimo, oppure uno che porta con sé segni della vita di chi ci ha vissuto prima… Poco a poco le nostre cose si ricollocano e lo spazio torna a essere uno con noi. Anche per Gesù Cafarnao è tempo di novità: posso provare a immaginare come sistema la sua nuova camera, la stessa che inizieranno a frequentare i primi discepoli, i primi guariti.
Anche un trasloco può essere un’esperienza spirituale.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali traslochi (anche esistenziali) ricordo?
Cosa vorrei portare sempre con me?
Chi è stato l’ultimo/a a visitare la mia “stanza”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Gennaio
2023
Cambiare casa
commento di Mt 4,12-17.23-25, a cura di Giuseppe Amalfa SJ