Giovanni Fattori, Bovi al carro (1867) -
L’amore ha sempre, sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa.
Matteo Bussola
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi lascio ispirare
La stanchezza non sembrerebbe uno dei migliori stimoli per mettersi in cammino, eppure sembra proprio essere questa la condizione di chi va verso Gesù. Un popolo di stanchi e oppressi chiamati, raccolti da lui con la promessa del ristoro.
L’essere ristorati è l’accoglienza semplice di chi ti offre un pezzo di pane e un bicchiere di vino; con l’avanzare del freddo che caratterizza questi giorni di dicembre richiama anche un luogo riparato, magari con il calore di un fuoco acceso, di una coperta. C’è in queste parole la promessa dell’eucarestia, quel desiderio di Dio di nutrirci e di darci una casa.
Ma Gesù ci indica anche un altro modo per ristorarci, che risuona meno comodo e caldo: prendere su di noi il suo giogo. Il giogo, un attrezzo ormai dimenticato, usato nel mondo rurale per unire coppie di animali a cui attaccare qualcosa da trainare. Insomma Gesù ci carica di un peso e questo dovrebbe esserci di ristoro! Tuttavia c’è qualcosa che in modo sottile nel giogo indica una refezione: il giogo si condivide, si porta insieme. Con il peso riceviamo allo stesso tempo un compagno, qualcuno con cui portarlo fianco a fianco.
Oggi l’Avvento ha il sapore del pane e il sorriso dell’amico.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale mia stanchezza ha bisogno di essere ristorata?
Chi mi ha ristorato in un momento di bisogno?
Con chi sto condividendo un peso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Dicembre
2022
Carichi di ristoro
commento di Mt 11,28-30, a cura di Giuseppe Amalfa SJ