Ph. Martina Pampagnin -
Ti prego, fidati di me assolutamente e non pensare mai che ti dimenticherò. Ricorda che non sempre le cose vanno come si vuole, o quantomeno non esattamente.
W. A. Mozart
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Mi lascio ispirare
Sono stanco, dopo tutto il buio della notte, con il peso della fatica di cercare un segno nel nero del mare, di sentire un suono che mi dica che questa notte ha portato frutto, che questa notte le reti che ho lanciato con tanta speranza nel mare silenzioso siano fruttuose, di vita e guadagno. Sono stanco, per l’ennesima volta di non aver raccolto nulla dalla mia fatica. Perché non c’è più vita in questo mare? Perché continuare a faticare, a buttare reti nell’ignoto se poi non porto a casa nulla, se resto sempre a mani vuote?
Ho la schiena e il cuore a pezzi․․․ Guardo i miei compagni di sfortuna e mi chiedo cosa dir loro questa volta. Come spiego tutto questo vuoto?
“SIMONE!”
Una voce tra i miei pensieri fa capolino. Alzo la testa da terra, convinto di vedere un volto deluso da me per l’ennesima volta. Ma non è così: un uomo sorridente mi viene incontro verso il mare. Mi chiede di essere folle: tornare nell’ignoto, che ormai è tristemente quotidiano, e buttare ancora le reti. E, cosa ancora più folle, mi chiede di farlo in pieno giorno, con la luce del sole. Ma forse è impazzito? Non sa come pescare?
Eppure qualcosa in quel sorriso mi dice di ascoltarlo.
Butto le reti, al centro della luce, proprio lì dove si riflette il sole: le reti non tengono più, quanta abbondanza di vita!
Mi giro verso il Maestro, ride incredulo alla mia faccia sbalordita.
Come ho potuto non fidarmi di lui? Come ho potuto non credere subito? Non sono degno del suo sguardo!
“Che fai a terra? Alzati, Simone! Non avere paura! La tua vita è appena iniziata: tutto abbonda di vita!”
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali reti vuote affidi oggi al Signore?
Come affronti la fatica dell’attesa di pienezza di vita?
Cosa hai fatto di fiducia, sulla parola di Gesù? In quale mare ti sei buttato fidandoti della Sua parola per te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Settembre
2022
Vieni qui: fidati!
commento di Lc 5,1-11, a cura di Martina Pampagnin