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Dimmi cos’è questa luce che viene dall’anima e mi fa ballare,
dimmi cos’è che distende le pieghe dell’anima,
dimmi cos’è… è il mio giorno migliore,
migliore, migliore, migliore!
Giorgia, Il mio giorno migliore
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,28-36)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Mi lascio ispirare
Nella vita spirituale, come in quella “ordinaria” portata dal flusso dei piccoli impegni quotidiani e delle solite ricorrenze, accade talvolta che all’improvviso si apra uno squarcio di profondità, che possiamo chiamare consapevolezza, calma lucidità, apertura, pacifica comprensione. È un’esperienza mistica, che ci avvicina al mondo e agli altri. E spesso costituisce una sorta di pietra miliare, che rimane nel tempo, un’esperienza alla quale si ritorna con la memoria del cuore per gustare, valutare, relativizzare (ossia mettere in relazione) il quotidiano. Ignazio la chiama profonda Consolazione.
Nel cammino che Gesù compie con i discepoli verso Gerusalemme, la trasfigurazione rappresenta per loro un evento di questa natura, che fa sintesi nella Persona di Gesù della loro tradizione di fede, della Legge e dei Profeti. Il nuovo, la persona di Gesù, rende nuovo lo sguardo, rende nuove le persone.
Con il Signore, che siamo invitati ad ascoltare, anche a noi è data la possibilità di ricevere uno sguardo nuovo sul passato della nostra fede e della nostra vita, che non cambia, ma al tempo stesso assume un significato ulteriore, che va oltre quel che da sempre sappiamo, inedito, fresco, in una sintesi che riesce a tenere insieme tutto, il bello e il brutto, perché ciò che veramente conta è stare con Gesù, perché è bello stare con Lui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato di vivere momenti di profonda consolazione e pace interiore?
In che modo riesci a prenderti un tempo di silenzio e raccoglimento nella quotidianità?
Qual è la parola che oggi vorresti che Gesù ti dicesse?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Agosto
2022
Il nuovo rende nuovi
commento di Lc 9,28-36, a cura di Diego Mattei SJ