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«Ma piangerai», disse il piccolo principe.
«È certo», disse la volpe.
«Allora non ci hai guadagnato niente!»
«Ci guadagno», disse la volpe, «il colore del grano».
Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Mi lascio ispirare
Immaginiamoci per un attimo contadini.
Nelle nostre borse di stoffa tanti semi di grano. Cominciamo a seminare qua e là, senza prestare attenzione al suolo dove ogni seme cade. C’è un terreno pieno di rovi, un altro roccioso, un altro ancora percorso da un ruscello, per ultimo un terreno perfettamente pulito ma ombreggiato da alberi grandi.
Nessuno di questi terreni sembrerebbe perfetto per i nostri semi, ma sappiamo anche che non tutti i nostri semi potrebbero dare frutto.
Quante volte seminiamo amore e affetto sincero in cuori che apparentemente non sono pronti a riceverlo?
Quanto spesso diventiamo roccia di fronte a cuori che vorrebbero donarci il loro amore?
Quante volte abbiamo donato il nostro cuore a persone che l’hanno messo da parte?
Eppure continuiamo a donare, perché il Cristo ci indica la via, perché molto spesso, per crescere e maturare appieno, c’è bisogno di accettare anche il rischio dell’inverno.
Non diamoci colpe per i rami secchi che cadono, è l’unico modo che gli alberi conoscono per allungarsi e avvicinarsi di più al cielo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa provi quando una persona a te cara va via dalla tua vita?
Come puoi trasformare tutta la sofferenza che provi in amore?
In quale occasione ti è capitato di sentire la presenza di Dio nel tuo dare senza necessariamente ricevere in cambio qualcosa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Maggio
2022
Seminare amore
commento di Gv 16,5-11, a cura di Ester Antonia Cozzolino