- Ph. Martina Pampagnin
È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
Antoine de Saint-Exupery
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15, 1-8)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Mi lascio ispirare
Potare un albero fa male. Procura dispiacere a chi pota, che vede una pianta dapprima rigogliosa e poi spoglia, con i rami troncati. Provoca dolore alla pianta, che perde un pezzo di se stessa. Potare, però, significa prendersi cura, dare alla pianta una crescita armoniosa e un frutto più abbondante. Solo guardando al frutto atteso, o alla bellezza guadagnata, possiamo accettare la perdita della potatura.
Mediante la potatura, il contadino e il giardiniere impediscono che una pianta si sviluppi troppo nella direzione dell’altezza, conferendole, invece, una forma più rotonda.
Tante persone agiscono così con noi, inviando dei segnali per dirci di non continuare a crescere solo nella direzione a noi più congeniale. Ci chiedono di ridere dei nostri schemi, quando questi diventano troppo rigidi, di creare, invece, un ordine e un programma quando lasciamo tutto all’ultimo minuto; ci richiamano al silenzio quando parliamo sempre, e ci invitano a parlare quando ci chiudiamo in noi stessi. Tante persone, educatori, amici, e, in modo del tutto particolare, i familiari faticano perché la nostra vita porti più frutto e sia più equilibrata. Se solo una volta tanto li ascoltassimo! Per ascoltarli abbiamo bisogno di fare nostra la loro fiducia.
Abbiamo bisogno di guardare al paziente lavoro dell’agricoltore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A che cosa ti invitano le persone che ti vogliono bene?
Come reagisci davanti alle loro osservazioni?
Quale potatura si è rivelata fonte di vita per te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Maggio
2022
Faticare insieme
commento di Gv 15, 1-8, a cura di Stefano Corticelli SJ