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Dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretesto
per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiesto.
Vola, vola tu, dov’io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare.
Francesco Guccini, Culodritto
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
Gesù ha appena guarito un malato, ha operato con amore e lo ha fatto nel giorno del Sabato così contravvenendo alla legge, perché l’amore non ha regole e non ha orari.
Da questo sorge un grande fraintendimento fra i Giudei (o meglio i capi dei Giudei, le autorità) e Gesù. I Giudei accusano Gesù di arroganza e superbia, di farsi Dio, di innalzarsi a Dio, mentre, ancora una volta, Gesù ribalta la prospettiva: è Dio che si è fatto uomo, che è sceso fra gli uomini. L’umanità condivide la natura di Dio, il suo giudizio misericordioso, la capacità di creare e operare.
Gesù è venuto a svelare questa sola regola dell’Amore: che siamo Figli, non più sudditi o schiavi. Questa è la chiave di tutto il Vangelo, questa è la relazione originaria.
Siamo figli: ciascuno a modo suo, ciascuno nella sua originalità, ciascuno nelle sue debolezze. E in questo essere figli siamo liberi e responsabili: spetta a noi, infatti, decidere se e in che modo contribuire alla Creazione. Siamo portatori del sangue che passa di Padre in figlio; il seme della vita eterna, dell’Amore, è già dentro di noi: cosa ne vogliamo fare?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo ti senti Figlio?
Quale sangue senti scorrere dentro di te?
Come puoi contribuire alla Creazione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Marzo
2022
Padre e Figli
commento di Gv 5,17-30, a cura di Francesca Carraro