Ph. from PxHere -
Tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla.
Giuseppe Ungaretti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Mi lascio ispirare
Che cosa dobbiamo fare? È la domanda che anche noi oggi potremmo porci, e porre al Signore. Giovanni dà una risposta molto semplice: condividere quello che si ha con chi ha meno e svolgere onestamente il proprio compito e lavoro, senza esigere o maltrattare. Calato nella nostra vita, il consiglio di Giovanni può essere inteso come: non devi fare qualcosa di speciale, non pensare a questo. Con quello che hai puoi già fare molto di più di ciò che pensi in termini di bene.
Può essere un buono spunto per questo Avvento. Spesso intendiamo il condividere in termini materiali, ma può anche essere condividere tempo con qualcuno, un lato bello di noi. A volte cose semplici accendono una luce di speranza inaspettata.
Giovanni evangelizza il popolo, cioè dà una buona notizia e la buona notizia è che posso guardare la mia vita e scoprirvi molta più ricchezza di quella che non immaginavo, vedere che è preziosa. La seconda esortazione di Giovanni va proprio in questa linea: in mezzo alla paglia c’è il grano. Non è importante sia molto, perché è un seme che può fruttare. L’opera del Signore è proprio quella di vedere, farci vedere e far fruttare questo seme già presente.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parte della mia vita posso condividere? Qual è la mia “seconda tunica”?
Quali gesti semplici che hanno riacceso la speranza ricordo?
Che desiderio ho un desiderio per una persona cara?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Dicembre
2021
Un seme nascosto che può crescere
commento di Lc 3,10-18, a cura di Daniele Ferron SJ