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«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 4,35-41)
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Mi lascio ispirare
Il desiderio che i discepoli hanno di seguire Gesù li mette in viaggio. Gesù li chiama a passare all’altra riva e prontamente sono tutti sulla barca. Che bello, si parte! Questo viaggio è eccitante, ma le cose non vanno come previsto: una tempesta, il rischio di cadere in mare e di perdersi, la paura di morire, la solitudine. Le angosce di un viaggio non idilliaco spingono i discepoli a dubitare della potenza di Gesù, del suo interesse per loro. Le paure chiudono gli occhi alla realtà e ci ingabbiano in un futuro fittizio, costruito, che ci allontana dalla pace che ci assicura la presenza di Gesù.
Nelle difficoltà, è tutta la fragilità umana che si rivela, ci fa perdere la rotta e crolla l’immagine che abbiamo di un Gesù con la bacchetta magica che ci dispensa da ogni problema, con la ricetta salva-vita per ogni situazione. E meno male che questa immagine crolla, perché infatti è solo un’immagine; Gesù invece è la vita vera, Gesù è reale, la paura, no!
Se mettersi in viaggio con Gesù può sembrarci facile, presi dall’euforia, scopriremo subito che le rogne arrivano proprio durante il viaggio e che se ci mettiamo in cammino forti solo dell’ottimismo, non siamo abbastanza pronti. Avere fede non è il semplice essere ottimisti. Allora Gesù scuote i discepoli e li riporta alla realtà: lui è lì con loro, e sempre lo sarà, cosa temere? Cosa c’è di più prezioso che la sua presenza nella nostra quotidianità?
Lasciamoci portare in viaggio sulla barca della vita per vivere di una in-tranquillità gioiosa, per affrontare ogni temporale con la piena fiducia che Gesù è con noi e ci guida. Ma dobbiamo avere anche la fiducia di rimettere a lui le nostre paure e chiedergli il coraggio di attraversarle, con cuore povero e mani aperte. Allora sì che le perturbazioni ci mostreranno l’arcobaleno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa vuol dire per me “passare all’altra riva”?
Qual è la tempesta che affido a Gesù oggi?
Cosa mi dimostra che ho fiducia in lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Giugno
2021
“In-tranquillità” gioiosa
commento di Mc 4,35-41, a cura di Ilaria De Lillo