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L’Eucaristia sopporta assai più di quello che noi
– giustamente –
temiamo di non saper portare.
Pierangelo Sequeri
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,1-15)
Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli, infatti, sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Mi lascio ispirare
Molte persone vanno da Gesù.
Cosa stanno cercando? Sono tutti malati? Prendo parte alla scena e sono una delle persone che stanno andando da Gesù: perché sto andando da Gesù? Cosa sento dentro di me? Che bisogno, che bisogni ho in questo periodo della mia vita? E perché immagino che Gesù possa fare qualcosa per il mio bisogno?
Ora, assumo il punto di vista di Filippo e mi sento rivolgere quelle parole da Gesù: vedo dall’alto la folla immane e mi sento perso, schiacciato dal numero: non posso fare nulla per così tanta gente.
Ora ascolto la pedagogia interiore di Gesù e mi lascio condurre con serenità da essa. Interviene Andrea: Filippo, cioè, non deve risolvere il problema da solo. Andrea ha coinvolto un ragazzino, e siamo già in tre. Quel ragazzino ha la sua merenda: cinque pani e due pesci (passati poi alla storia) e li mette a disposizione di tutti (dev’essere stato proprio un bambino piccolo e ingenuo per pensare che quei pani e quei pesci potessero essere utili!).
Poi Gesù allarga l’azione a tutti i discepoli, potremmo dire alla comunità.
Poi Gesù ci mette del suo: mette se stesso. Quindi quei pani e quei pesci diventano il segno di Gesù che si mette nelle nostre mani e scende nei nostri corpi, nutrendo la nostra vita.
Credo in questo?
Tutta questa pedagogia interiore è un cammino di formazione profonda (la più profonda che ci sia) che Gesù desidera intraprendere con chiunque sia disponibile e lo desideri. Un cammino che porta molte sorprese, la prima tra tutte il proprio cambiamento personale.
Ovviamente, la gente non capisce (cioè noi non capiamo) e vuole fare Gesù re․․․
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Perché sto andando da Gesù? Cosa sento dentro di me?
Che bisogno, che bisogni ho in questo periodo della mia vita?
E perché immagino che Gesù possa fare qualcosa per il mio bisogno?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Aprile
2021
Il dono del nazareno
commento di Gv 6,1-15, a cura di Andrea Piccolo SJ