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La preghiera non è in primo luogo una parola rivolta dall'uomo a Dio, ma un dono che Dio ha fatto a noi uomini nella sua Parola.
Adrienne von Speyr
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Mi lascio ispirare
Il periodo di quaresima può essere letto come un grande invito a fare spazio al Signore nella nostra vita, a stare in sua compagnia e crescere nell’intimità con lui.
Digiuno, preghiera ed elemosina possono essere tutti modi di dire quel bisogno essenziale di fare spazio al Signore e al prossimo nella nostra vita. La Chiesa ci regala di pregare sul Padre Nostro proprio in questo periodo per poter imparare direttamente da Gesù a fare spazio al Padre nella nostra vita.
Il Padre nostro ci mette in dialogo, ci chiama ad alzare gli occhi verso il cielo e ci porta fuori da noi per metterci nelle mani del Padre. La tenera autenticità di questa preghiera sta nel fatto che la soddisfazione di quelle richieste non può che venire dall’Altro. Con poche parole possiamo mettere nelle mani del Signore il nostro tempo di quaresima, contemplando con Lui la nostra vita per comprendere chi o cosa stia regnando nella nostra vita, oppure di quale pane ci stiamo nutrendo o in quali circostanze prestiamo più ascolto al Nemico.
Tutto può partire da quella semplice richiesta posta al centro del Padre nostro: dacci oggi il nostro pane quotidiano. Pane è ciò che ci dà vita. Allora, oggi, pane potrà essere una parola di consolazione, di vicinanza, oppure potrà essere una parola nostra in meno per fare posto a una parola in più dell’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A quale pane voglio rinunciare oggi?
In cosa posso trovare oggi pane per il mio sostentamento?
A chi posso donare oggi il mio pane?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Febbraio
2021
Pane di vicinanza
commento di Mt 6,7-15, a cura di Matteo Palma