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C’è vera condivisione solo nella povertà. C’è vera ricchezza solo nella condivisione.
Roger Etchegaray
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,34-44)
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Mi lascio ispirare
Contemplando questa scena posso provare, accompagnato dallo Spirito, a collocarmi in questo luogo deserto di cui si legge. Potrò, così, avere almeno tre possibilità.
Nella prima sono nella grande folla: mi sento come pecora senza pastore e le parole di Gesù stuzzicano il mio animo come sorgente d’acqua dissetante. Sono lì per ore ad ascoltare i suoi insegnamenti e quello che più mi attira è che ha compassione di me; forse mi sentivo un po’ solo in quella folla, scomodo e non capito in un mondo inospitale. Percepisco, però, che quest’uomo sta parlando proprio a me, mi capisce, mi accoglie e mi ama; così si fa sera, senza che me ne accorga.
Oppure mi trovo nel gruppo dei discepoli: un po’ stanco, pieno di cose da fare, mi trovo sballottolato fra i mille impegni, il lavoro, lo studio, le commissioni, gli affetti, eccetera. Allenato a calcolare tutto, valuto la situazione e stabilisco le varie priorità. Ecco che mi accorgo di avere delle risorse in più quando lui, il mio Signore, me lo fa notare; allora getto via la mia giustizia, metto da parte i calcoli così tanto umani per lasciar spazio al suo amore sovrabbondante.
Infine, posso trovarmi io al posto di Gesù: avanzo in situazioni complesse, ma fiducioso nell’Amore del Padre voglio giocarmi tutto. Non ho alcuna aspettativa in quello che dico e che faccio, ma sono sorpreso delle persone che ho accanto e mi impegno nel notare le loro qualità. Alzo gli occhi al Cielo e, con libertà, mi faccio strumento di condivisione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale personaggio mi identifico oggi? Quali i miei sentimenti?
In che situazione mi sono sentito rifiutato e cosa o chi mi ha risollevato?
Quali sono le risorse che voglio rimettere nelle mani del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Gennaio
2021
Immensa con-passione
commento di Mc 6,34-44, a cura di Marco Ruggiero