Georges de la Tour, Natività -
Mi chiedo dov’è quel giorno che non sprecherai,
il cielo rosso, l’orizzonte e l’odio arreso al bene,
dov’è?
Mi chiedo dov’è...
Le Vibrazioni
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Mi lascio ispirare
Erode. Ci sono echi del nostro inconscio in Erode che si turba alla notizia di un nuovo re che, appena nato, insidia il suo regno. Capita di vivere in fortezze interiori che una tenera novità minaccia e più il nuovo è disarmato più il nostro ego sente di doversi difendere. Il piccolo nemico diventa un gigante contro cui tramare in segreto, il tremare si fa armatura e la paura alibi che giustifica la guerra. È la violenza, seme antico che l’invidia continua a coltivare nel campo del cuore, risposta codarda alle debolezze di sempre.
I Magi. Eppure una domanda sorge a uomini lontani – da quelle stesse segrete interiori che in Erode producevano turbamento: «Dov’è?». Dov’è la luce?, calamita lontana del desiderio che mi fa correre, lasciare․․․; dov’è la vita?, che fragile si dà al mondo, affinché io possa prendermene cura. Nel punto d’incontro tra il bambino e i Magi la salvezza ha coordinate, il «dov’è?» ha una risposta proprio nell’inchino dei saggi davanti al Verbo di Dio muto. Questo incontro è il culmine di una “gioia grandissima” che è andata crescendo nell’intimo: la gioia di vedere il sorriso del Salvatore a cui lasciare ogni ricchezza.
Un’assenza․․․ I Magi trovano Maria e il bambino. Non si parla di Giuseppe ma ci sono i suoi sogni, quelli che salvano, ispirano e fanno proprio dei Magi il primo tabernacolo che protegge il corpo di Cristo dall’odio di Erode. Bisogna saper sognare, è il sogno che ci rende capaci di salvare la vita, anche all’Emmanuele, il Dio con noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ritrovo in me di Erode, del suo sentirsi minacciato da una novità indifesa?
Mi chiedo dov’è la salvezza? Dove la posso incontrare?
In che modo faccio spazio al sogno? Come me ne prendo cura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Gennaio
2021
Dov’è?
commento di Mt 2,1-12, a cura di Giuseppe Amalfa SJ