Alcuni cerchi, Vasilij Kandinskij -
Ma lascia almeno
ch’io lastrichi con un’ultima tenerezza
il tuo passo che s’allontana.
Vladimir Majakovskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Mi lascio ispirare
L’antico adagio “a ciascuno il suo” forse può valere per noi, ma non certo per Dio, per il semplice fatto che il “suo” in questione non è di ciascuno, ma di Dio stesso e ne fa ciò che vuole. Non solo. La giustizia del Dio che Gesù narra è quella di un Dio palesemente ingiusto, o, se vogliamo, meglio un Dio la cui giustizia si identifica con la sua bontà: Dio è un Padre che non dà a ciascuno secondo quello che ha fatto, ma secondo il Suo cuore. Quel denaro è l’abisso senza fondo di un amore che non esclude nessuno e che da a ciascuno nella misura di questo stesso amore. Un ulteriore monito di fronte alla religione del merito che vuole conquistarsi Dio a forza di prestazioni.
Lasciando “Get Up and Walk”, almeno per un certo tempo, mi piace farlo con questa immagine di Dio che esce, all’alba come all’imbrunire. Un Dio che esce sempre, sempre in movimento, un Dio che cerca tutti gli sfaccendati della vita perché partecipino della Sua stessa vita; un Dio che prima di farsi cercare si mette in ricerca di ogni uomo e di ogni donna perché tutti vuole con Sé. Dio esce da se stesso perché chiunque possa avere quel denaro che gli cambi la vita, che lo restituisca ad una vita feconda.
Si direbbe che persino il Dio di Gesù è un Dio con il centro fuori di sé, nell’uomo e nella sua creazione. Io sono il centro della cura e dell’attenzione di Dio; io, umanità ai bordi delle strade della vita, sono oggetto/soggetto dell’amore tenero, premuroso, e senza misure di un Dio che sempre mi cerca.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni provo invidia per il bene che gli altri ricevono o fanno?
Cosa provo di fronte a Dio che si dona senza limiti a tutti, anche a coloro che io ritengo non meritevoli?
Quando mi vedo come un figlio di Dio e quando piuttosto come un lavoratore che ha diritto al suo amore come si ha diritto a uno stipendio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Settembre
2020
Un Dio in uscita
commento di Mt 20,1-16, a cura di Michele Papaluca SJ