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Voglio essere al di fuori delle etichette. Non voglio che tutta la mia vita sia compressa in un’unica parola. Una storia. Voglio trovare qualcos’altro, che non si possa conoscere, un posto che non sia sulla mappa. Una vera avventura.
Chuck Palahniuk
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Mi lascio ispirare
L’indemoniato compie un’operazione che anche noi facciamo spesso: etichettare la realtà. L’etichetta è una precomprensione che continuamente appiccico sulle esperienze che faccio: sull’altro, sulla situazione. L’etichetta è il modo con cui entro in contatto con il mondo: “Mario è un imbecille, Giovanna è intelligente, Claudio è scontroso, questa situazione è inaccettabile, quello che è accaduto è terribile…”.
Guardare il mondo attraverso le etichette rischia di semplificare il mio sguardo e finisce per banalizzare ciò che vedo. Attraverso l’etichetta, comprendo il mondo attraverso le mie categorie e lo accolgo a partire dalle mie precomprensioni, dando per scontato che le mie categorie siano adeguate per comprendere ciò che vedo. L’etichetta mi suggerisce un modo specifico di rapportarmi a quella realtà. Mi crea l’illusione di conoscerla e quindi attiva in me un comportamento stereotipato. L’effetto immediato è di ridurre l’ansia della novità che sempre un po’ spaventa per la sua imprevedibilità. Un’etichetta può creare paura, ma una paura conosciuta è meglio di una paura ignota.
L’indemoniato appiccica un’etichetta a Gesù e lo fa con furbizia: non si tratta di un’etichetta negativa, anzi è un’immagine bella: io so chi tu sei, il santo di Dio. L’indemoniato usa quel frammento di verità per contrapporlo all’esperienza che l’uomo ha di Dio. Manipola quell’immagine per spaventare le persone che gli stanno intorno. Il suo incontro con Gesù diventa testimonianza nociva che distorce l’immagine che l’uomo ha di Dio. È come se l’indemoniato dicesse alle persone che ha intorno: dovete avere di paura di questo essere umano perché è contro la vostra umanità. E la paura entra nel cuore e prende il sopravvento. Quante volte capita anche a noi di spaventare o essere spaventati da questo messaggio!
Gesù rifiuta l’etichetta imponendo di tacere: rivendica la sua vera identità con un gesto di liberazione. Ristabilisce la verità tra Dio e l’uomo suscitando stupore nella gente che ha intorno. Stupirsi è il contrario di etichettare. Quando evito di appiccicare etichette al mondo, mi lascio stupire da quello che accade e lascio che la realtà dischiuda la sua verità davanti a me. Ci vorrà un po’ per decifrarla, ma la verità che la realtà (qualunque essa sia) mi propone è sempre una verità per me. Gesù ha imparato questo atteggiamento dalla madre, che serbava tutto nel cuore, senza giudicare…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Osserva come reagisci quando qualcuno applica un’etichetta su di te: non hai la sensazione che l’altro ti stia riducendo a qualcosa che ti appartiene ma non ti definisce fino in fondo?
Osserva quante etichette appiccichi a ciò che vivi: come influiscono sul tuo modo di stare nel mondo?
Prova a mettere in discussione le etichette che usi abitualmente: e se non fosse così?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Settembre
2020
Quando l’etichetta non è tutto…
commento di Lc 4,31-37, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ