Maria Maddalena ai piedi di Gesù Cristo morto, dettaglio del “Compianto” di Sandro Botticelli -
Il profumo è l’intelligenza dei fiori.
Henry de Montherlant
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Mi lascio ispirare
Oggi attorno a Gesù posso vedere molti amici.
Lazzaro, il festeggiato. Nella casa di Betania, che tante volte aveva accolto Gesù e i discepoli, è in corso un banchetto. Gli occhi di tutti sono su Lazzaro, il soccorso da Dio – come dice il suo stesso nome –, tornato dalla morte, chiamato da Gesù ad uscire dal suo sepolcro, ed è festa perché Lazzaro era morto ed è tornato in vita!
Marta, la serva. Non una parola in più su di lei in questo vangelo, ma è già una parola che dice tutto. Le donne del vangelo sono state maestre dello stesso Gesù nel servire, da sua Madre a Marta, passando per molte altre. C’è una tradizione di servitrici che costruiranno l’icona della lavanda dei piedi, in quel primo cenacolo, e in ogni altro che ha accolto piedi stanchi, prima ancora di volti…
Maria, l’innamorata. La forza inaudita dei sui gesti, scandalizza tutt’ora. Esperta dello spreco, ha profumato di fiori la passione di Cristo. Neanche la morte del Golgota è riuscita a coprire l’intenso nardo che ha lavato dai piedi al capo il corpo dell’amato Dio.
Giuda, il ladro. L’evangelista è categorico col suo giudizio, Giuda non ha a cuore i poveri ma solo la cassa. Tuttavia la reazione di Giuda è attualissima. Quanti dentro e fuori la Chiesa armano guerre contrapponendo servizio ai poveri e culto, quante volte anch’io ho sperimentato tendersi i miei nervi per le stesse ragioni.
Ecco allora la parola di Gesù: lasciala fare, lasciala amare. Sia quest’amore il punto di partenza del servizio ai poveri, sia quest’amore l’unica tensione che mi attraversa.
Sia il ricordo del profumo di Betania ad accompagnare tutte le morti che attendono certe il giorno della resurrezione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale personaggio di questo vangelo mi identifico?
In quale luogo della mia vita sento il profumo del nardo, in questi giorni densi di morte che stiamo vivendo?
Cosa mi provoca la parola ‘lascialo/a fare’?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Aprile
2020
Profumo
commento di Gv 12,1-11, a cura di Giuseppe Amalfa SJ