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Il poeta è sempre un veggente, il quale vede più con gli occhi dell’anima che con quelli del corpo.
Oscar Wilde
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Mi lascio ispirare
Oggi, nel tempo difficile che stiamo vivendo, la Parola invoca l’affidamento, appella l’abbandono, sollecita la fede.
Le nuvole si infittiscono e l’aria si fa più pesante. Non c’è spazio per parole di gioia o di facile consolazione. Caifa giudica, Caifa condanna. Caifa stabilisce un progetto di morte.
Dov’è la misericordia del Padre in questo momento? Se ascoltiamo quello che viene pronunciato a voce alta, non c’è. È bandita. È piegata al calcolo politico. È travestita: la malizia si presenta come opportunità.
Eppure, nello spazio di desolazione e morte creato dal giudizio di Caifa, misteriosamente, la condanna si trasforma nel suo contrario, la salvezza. La logica di Dio, il cuore di Dio, che batte sotto la superficie di quel che vediamo, percorre altri sentieri, opera secondo altri schemi.
Caifa profetizza, dice l’evangelista. Strano contesto per usare questo verbo. Noi lo associamo agli “uomini di Dio”, all’impegno e alla fedeltà nei confronti del Signore, alla lettura del reale con il Suo sguardo. Molti i nomi che vengono alla memoria: Isaia, Amos, Geremia, Osea. Tra loro anche Caifa?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti sta dando speranza in questo tempo?
Chi ti sta aiutando nel cammino dei giorni che viviamo?
Chi è stato un “profeta” nella tua vita, perché ti ha aiutato a guardare la realtà con gli occhi di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Aprile
2020
È lo stile di Dio
commento di Gv 11,45-56, a cura di Diego Mattei SJ