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Non cambierà, non cambierà,
sì che cambierà, vedrai che cambierà
si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori.
Franco Battiato, Povera patria
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4,24-30)
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Mi lascio ispirare
A chi è mandato Gesù nel marzo 2020? Questa è la domanda che ci guida nella preghiera di oggi. Sappiamo che parte della risposta è: “a tutti”, perché il desiderio di Dio di incontrare i suoi figli e le sue figlie e di salvarli è universale, senza se e senza ma. Lo ripetiamo continuamente in queste proposte di meditazione.
Tuttavia, oggi ci viene ricordato che questa risposta non è completa. L’iniziativa che Gesù prende per incontrarci è un appello e richiede la nostra disponibilità. Oggi Gesù afferma che sono gli stranieri, i lontani dalla tradizione religiosa del suo tempo, ad incontrare Dio: scandaloso! Infatti i fedeli si sdegnano, lo cacciano dalla città e vogliono gettarlo giù dal dirupo: non si lasciano cambiare e non permettono a Gesù di operare in loro.
Ad essere chiamato in causa è il nostro personale atteggiamento interiore, non le nostre condizioni esteriori, le nostre condizioni morali (almeno in un primo momento), le scelte sbagliate o giuste già fatte. Oggi cosa dico al Signore? Oggi credo che Gesù sia il mio salvatore oppure no? Oggi che tutti abbiamo bisogno di salvezza concreta dall’epidemia, come rispondo all’appello di Gesù? Lo allontano oppure, mentre prendo le dovute e sacrosante misure di sicurezza igienico-sanitarie, mi affido a Lui, come colui che è venuto ad incontrarmi e a prendersi cura di me? Lo lascio operare la salvezza in me?
La debolezza e la vulnerabilità reali che l’epidemia ci sta facendo toccare non sono un castigo di Dio: le infezioni virali possono far parte della vita. A noi sta scegliere come vivere momenti come questo. Come lo vivrebbe Gesù?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che tipo di rapporto intrattengo con Gesù?
Come lascio che Gesù entri nel mio modo di sentire e di pensare nel tempo della debolezza e della fragilità?
In che modo Gesù mi aiuta ad affrontare con fiducia angoscia e paure?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Marzo
2020
Oggi cosa dico al Signore?
commento di Lc 4,24-30, a cura di Andrea Piccolo SJ