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La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali. Molto spesso partendo da queste, il Cristo ha annunciato il regno di Dio.
Paolo VI, Gaudete in Domino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mi lascio ispirare
Ogni volta che sentiamo nominare il Regno, è forte la tentazione di vederlo solo come un premio o una punizione lontana, al di là della barriera della morte, staccato dal nostro presente. Ma, se ci pensiamo, sappiamo che il Figlio dell’uomo è già venuto, si è già seduto sul suo trono, la croce, e ci ha già mostrato la gloria di Dio nella resurrezione. I suoi angeli sono, letteralmente, gli annunciatori della bella notizia, che vediamo ogni giorno tra di noi.
E allora cos’è questa eredità? Dov’è questo regno? Siamo capre o pecore?
Se il regno è già venuto, è qui e adesso da quando Gesù è risorto, ogni giorno , ogni ora, abbiamo la libertà di ricevere in eredità il regno o di essere cacciati nel fuoco. Ma quando abbiamo questa libertà, chiedono gli uomini, oggi come allora? Quando abbiamo ricevuto un’eredità?
Quando abbiamo deciso di cucinare per qualcuno per la gioia di prenderci cura di lui, di fare un regalo solo per rendere qualcuno felice, di ingoiare l’orgoglio e chiedere scusa anche se convinti di avere ragione, di ascoltare con attenzione un amico in difficoltà… insomma di uscire da noi stessi senza nessun bisogno di avere qualcosa in cambio, solo per la gioia di aiutare.
E allora forse è proprio questo il Regno: la nostra eredità è la gioia gloriosa, intoccabile, che nessuno ci potrà mai strappare via perché creata apposta per noi dall’inizio del mondo, che aspetta solo che abbiamo il coraggio di scoprirla dentro di noi. Ogni volta che gioiamo guardando il sorriso dell’altro per una nostra azione gratuita, siamo già eredi, siamo già ricchi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di completamente gratuito per l’altro?
Che sensazione hai ricevuto?
Dove potresti, oggi, fare qualcosa per qualcun altro senza aspettarti niente in cambio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Marzo
2020
Eredità di gioia
commento di Mt 25,31-46, a cura di Gloria Ruvolo