Ph. Martina Pampagnin -
Tutti noi odiamo il nuovo. Lo odiamo davvero. E prima affrontiamo questo fatto, meglio sarà.
Anthony De Mello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2, 18-22)
«In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Mi lascio ispirare
La vita umana è come un grande banchetto di nozze a cui tutti siamo invitati. Ma che festa sarebbe senza la presenza dello sposo? Gesù si autoproclama “sposo di Israele”, titolo riservato solo a Dio: lui stesso si riconosce così come figlio di Dio. La sua presenza rende gioiosa la festa, fa della festa una festa. Per cui non c’è motivo di digiunare mentre lui è presente. Questa gioia rischia però di andare perduta di fronte allo sguardo verso il passato.
La venuta e la presenza di Gesù, sposo di Israele e, adesso, sposo della Chiesa e mio sposo, vuole una novità di vita che non ammette compromessi con una fede fatta di legalismo e continuamente rivolta al buon vecchio tempo antico.
La novità del Vangelo è la buona notizia che apre nuove strade, indica sentieri inesplorati, apre il cuore alla freschezza di nuove possibilità: una gioiosa novità che non può essere contenuta in un cuore appesantito da leggi e norme, di abitudini incrostate dal tempo e logore per l’uso. Mentre il giudaismo con cui Gesù si confronta vorrebbe bloccare il tempo, Gesù stesso si proclama Signore del tempo dichiarando i nuovi tempi messianici che lui stesso inaugura e che hanno bisogno di un rinnovamento radicale perché io stesso me ne renda partecipe.
Così la gioia vera entra nella mia vita, quella che lo sposo Gesù porta, rendendola una festa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione ho incontrato la gioia di Cristo nella mia vita?
Cosa o chi del mio passato non lascio andare? Cosa o chi blocca, impedisce la mia relazione nuova col Signore Gesù?
Qual è la novità a cui il Signore della gioia mi invita in questa fase della mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Gennaio
2020
Il coraggio della novità
commento di Mc 2, 18-22, a cura di Michele Papaluca SJ