Ph. Martina e Verena -
La Gratitudine – non è la menzione
di una Tenerezza,
ma il suo silenzioso apprezzamento
al di là del semplice Linguaggio.
Emily Dickinson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Mi lascio ispirare
Oggi veniamo invitati a riconoscere con gratitudine i doni di Dio.
Ma il primo aspetto su cui è interessante fermarsi è la fede dei dieci lebbrosi, che dopo aver cercato l’incontro con Gesù si fidano della sua parola e si avviano per la strada. Sembra banale , ma dietro tutto ciò ci sono storie di uomini sofferenti, rifiutati da tutti. È la loro fede che rende possibile il miracolo. Mentre camminano, strada facendo, guariscono.
Nove di loro, poi, se ne andranno per la loro strada, dimenticando però il Donatore, cioè il Padre che li ha guariti mediante Gesù. Uno soltanto fa eccezione: un samaritano, uno straniero che vive ai margini del popolo eletto.
Quest’uomo non si accontenta di aver ottenuto la guarigione attraverso la propria fede, ma fa sì che tale guarigione raggiunga la sua pienezza tornando indietro ad esprimere la propria gratitudine per il dono ricevuto. Allora per poter guarire diventa essenziale saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi!
E questo avviene anche con Dio. È facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma tornare a ringraziarlo non sempre avviene con facilità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è stata l’ultima occasione in cui ho saputo ringraziare?
Quando ho rischiato di non riuscire a dire grazie?
In quale luogo ho bisogno della pienezza portata dalla gratitudine?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Ottobre
2019
Guarire strada facendo
commento di Lc 17,11-19, a cura di Domenico Pugliese