Ph. Andrea Lalli -
L'estate addosso
bellissima e crudele.
Le stelle se le guardi
non vogliono cadere.
Jovanotti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,28b-36)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Mi lascio ispirare
Oggi al cuore dell’estate viene portata una luce diversa.
Mentre tutto freme al ritmo di vacanza e l’ultimo tormentone accompagna il viaggio verso il mare, Gesù stacca la spina in modo diverso.
Lascia la folla, chiama amici fidati, sale sul monte e si fa luce.
Quella della trasfigurazione non è l’abbaglio che passa del sole d’agosto, è la luce della preghiera. È questo desiderio d’incontro con l’eterno, è l’anelito del Padre, che illumina il volto di Cristo e muove di candore il suo vestito. Quella di Gesù è una luce interiore che si fa dialogo con la parola della storia – Elia e Mosè – quella parola che viene dal prima e ci getta sicuri nell’abbraccio del domani.
Gli amici di Gesù dormono. L’estate stanca quando ci lascia solo sapori passeggeri: quel sale sulla pelle che non arriva a settembre, l’ebbrezza delle notti che fa violenta la dolcezza dell’alba. Pietro e gli altri, vinti dal sonno, vengono svegliati da una luce che anticipa ogni resurrezione.
Cosa aveva questa luce da fargli desiderare di trasformare quell’istante in eternità? Aveva la voce del Padre, che nell’avvolgere Gesù avvolgeva tutti i suoi figli: nella luce della trasfigurazione l’eterno abbraccia il mondo.
Quando sei dentro queste braccia non vuoi nient’altro addosso, solo il cielo fiorito di stelle.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come sto vivendo la mia estate?
Nel ritmo del riposo, riesco a fare spazio a Dio?
Nella folla di cose che passano, sto facendo esperienza di qualcosa che dura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Agosto
2019
Bagliore d’estate
commento di Lc 9,28b-36, a cura di Giuseppe Amalfa SJ