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Certe persone sono capaci di cambiarti le coordinate della vita. Ti permettono di vedere cose che da solo non percepiresti mai.
da “Chiedilo a Luna”, di Emanuele Iula
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mi lascio ispirare
Questo temibile giorno del giudizio universale è oggi, è la nostra piccola realtà quotidiana quanto mai concreta, come concreto è l’incontro con Gesù, che non sarà un giorno di là da venire, ma è proprio adesso. La risposta che Gesù dà ai giusti è autentica, senza alcuna metafora o filtro: ogni cosa che avete fatto a uno dei vostri fratelli, l’avete fatta a me.
Senza esserne consapevole, ogni piccola attenzione per gli altri è stata l’occasione per essere vicino a Gesù. Ogni volta che ho trascorso un po’ di tempo con una persona sola, ogni volta che ho ascoltato una persona sconfortata, che ho perdonato un amico, sciolto ogni pregiudizio verso un compagno, sorriso a un senzatetto, accolto un immigrato, ho avuto cura di Gesù.
E di questo mi è riconoscente continuamente, perché soffre quando mi allontano da lui e lo rifiuto, soffre della mia distanza, gioisce invece quando lo accolgo difendendo la dignità di chi mi è prossimo.
Che grande dono ho: la possibilità di stare con Gesù ogni minuto, perché in ogni volto bisognoso c’è lui; non serve fare grandi cose per amarlo, mi basta davvero pochissimo.
Mi bastano un po’ di tenerezza e occhi bene aperti per scorgerlo negli occhi degli altri. Perché ognuno di noi è un piccolo angelo custode che a sua volta ha degli angeli custodi che hanno cura di lui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è passato accanto Gesù e ho fatto finta di niente?
In che occasione mi sono sentito accolto e amato?
Quando mi sono donato all’altro, scorgendovi il volto di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Marzo
2019
Basta pochissimo!
commento di Mt 25,31-46, a cura di Ilaria De Lillo