-
Felicità? Una piccola incombenza giornaliera da curare come faresti con un giardino.
Annabel Buffet
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4,21-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino
Mi lascio ispirare
Quanta grazia sprecata! Questo può accadere quando si inizia a dare per scontata la propria storia, quello che abbiamo, quello che siamo.
Anche il gesto più semplice è gravido di meraviglia. Ci sembrano normali le piccolezze della quotidianità, eppure è nella quotidianità dell’umano che si rivela il divino.
In alcune occasioni ci sembra inaccettabile che in quello che ci è dato di vivere ci sia già tutto ciò che è necessario alla nostra felicità, non possiamo proprio ammettere che per pigrizia o paura o per qualsiasi sguardo abbassato, rischiamo di rinunciare quotidianamente a scegliere di essere felici, di camminare nella pienezza.
Così rischiamo di respingere il bene più grande che parla al nostro cuore, la bellezza della vita che semplicemente ci illumina.
La vita ci attraversa. Sta a noi decidere se stare al suo passo o restare bloccati lasciando che vada via.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho dato per scontato quello che sono e che ho?
In quale piccola cosa della mia quotidianità è celata una grande bellezza?
Come riprendo il mio cammino rendendomene conto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Febbraio
2019
Una grande bellezza
commento di Lc 4,21-30, a cura di Mounira Abdelhamid Serra