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Tu sei gaudio e letizia,
Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
S. Francesco d’Assisi [FF 261]
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,34-44)
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Mi lascio ispirare
Nel silenzio che contempla il mistero, il Signore si manifesta e mi scuote nel profondo. Mi viene incontro, lui che compie meraviglie, e mi invita alla pazienza e alla condivisione. Si mostra e nella sua bontà mi vuole fare strumento della sua giustizia, della sua tenerezza, della sua dolcezza, della sua pace. Carità senza dazio, ha fatto di me una preziosa creatura. La sua rivelazione è l’itinerario della salvezza che ci è mostrato nella grotta di Betlemme, piena di luce, a cui mi accosto con meraviglia e timore.
Qui, davanti al bambino Gesù, mi accorgo che non c’è spazio per i calcoli, per le tasse. Non comprendo la sua giustizia, ma nell’umiltà scorgo la bellezza nella storia, nella mia storia. Così, mi lascio sorprendere e incontrandolo, pur nell’opacità della mia anima, scorgo l’eternità.
Troppe volte mi sono lasciato andare al tremore del nascondimento, minimizzando le capacità delle mie mani; oggi, qui davanti a lui, mi chiede quanti pani ho e con sorpresa mi accorgo di avere non solo cinque pani, ma anche di più: due pesci. Suoi doni. Nella comunione, mi invita a predisporre il cuore al miracolo e, rimettendo tutta la mia vita nelle sue mani, ciò che vedo e vivo ancora una volta mi lascia senza parole.
Nella sua misericordia accolgo la Grazia sovrabbondante che, nel donarmi all’altro, rende ricco anche me.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i “pani” che il Signore mi sta chiedendo e quali i “pesci” che mi sorprendo di avere?
In che occasione con libertà e fiducia mi sono reso suo strumento?
Quando mi sono sentito arricchito donandomi all’altro?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Gennaio
2019
Scorgere l’eternità
commento di Mc 6,34-44, a cura di Marco Ruggiero