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Di notte, ricordati di guardare le stelle. Dove sto io è troppo piccolo perché possa mostrarti dove si trova la mia. Meglio così. La mia stella sarà per te una qualsiasi, e allora ti farà piacere guardarle tutte… Saranno tutte tue amiche.
Antoine de Saint-Exupéry
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Mi lascio ispirare
Oggi sentiamo profumo d’oriente. Da lì arrivano i Magi, uomini con lo sguardo al cielo, cercatori di segni, di luci capaci di squarciare l’oscurità. Quando la troppa luce della terra ci impedisce di vedere le stelle del cielo, solo dove la notte è veramente profonda possiamo godere dello spettacolo di un cielo trapuntato di astri. I Magi sono coloro che in questo buio decidono di perdersi, che si gettano nelle tenebre per seguire la stella di Betlemme.
Betlemme è l’anti-città. Grumo di baracche, dimora di poveri che Dio sceglie come casa. E da quel giorno Beit Leḥem è la ‘casa del pane’, pane di un Dio che si fa mangiare, che si incarna in un villaggio che già è profezia del suo corpo offerto sulla croce. Eppure è giungere qui, nell’ultima delle città, che riempie di gioia il cuore dei Magi.
Oro, incenso e mirra. Doni che ci iniziano al simbolo, alla logica dell’inutile che apre alla trascendenza. L’incenso riconosce la divinità del bambino. Nella mirra contempliamo l’umanità di Gesù, piena fino ad abbracciare la morte addolcita dai balsami della mirra. L’oro, ricchezza e regalità che Cristo riceve sul trono della croce. Oro, incenso e mirra sono allora porte del mistero di Dio, vogliono svegliare i nostri sensi intorpiditi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che termini mi interrogo sul mistero di Dio?
Da quali stelle mi faccio guidare?
Cosa porterei in dono a questo Dio-bambino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Gennaio
2019
Cercatori di stelle
commento di Mt 2,1-12, a cura di Giuseppe Amalfa SJ