Accetta chi sei. La poesia
non immergerla nei platani profondi
nutrila di quella terra e di quella roccia che hai.
George Seferis
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Mi lascio ispirare
Come posso entrare nel Regno di Dio? È una domanda che porta con sé i rischi del volontarismo, l’idea di guadagnarsi la salvezza, un posto d’onore nel banchetto dei cieli, magari con la fretta di una venuta imminente del regno, che il tempo d’avvento chiama a contemplare.
Ancora una volta Gesù cambia i miei piani, non mi dà la risposta che magari spero, quella facile, “prega, chiama il Signore ed egli ti aprirà le porte del suo regno”, no. Gesù mi risponde: “Fa’ la volontà di Dio e così entrerai nel suo regno”. Gesù non nega l’importanza della preghiera, ma mi chiama a una preghiera che passi anche dal fare, che trasformi il mio agire in preghiera, lode perenne del Creatore, continua e instancabile ricerca di ciò che Dio desidera.
“Fa’ la volontà di Dio”: ama. La volontà di Dio non è un misterioso arcano da scrutare con gli occhi persi nel cielo, è il riflesso del cielo con il quale magari inciampo quando mi faccio pellegrino.
“Fa’ la volontà di Dio”: ascolta. E agisci secondo la parola del Padre. Fatti saggio mettendoti all’ascolto e apprenderai a costruire con l’arte di chi crede.
Saper costruire sulla roccia è fondarsi sull’eterno, sul forte, su Dio. Se mi radico sulla roccia che è Dio non ci saranno venti troppo forti da abbattermi… ma devo passare dalla fatica di mettere radici dentro la dura pietra.
Sono queste le attitudini che possono aiutarmi a vivere l’attesa del regno con un cuore operoso di servo: amare, ascoltare, costruire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ho fatto precedere il mio agire dall’ascolto della Parola di Dio?
Da chi mi faccio aiutare nella ricerca, non sempre facile, della volontà di Dio per me?
Su cosa penso di aver costruito la mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Dicembre
2018
Fondati sulla roccia
commento di Mt 7,21.24-27, a cura di Giuseppe Amalfa SJ