Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno – forse lo faranno tutti.
Albert Einstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 13,1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Mi lascio ispirare
Diciamo spesso che il Signore dona la sua salvezza gratuitamente, ed è vero. Però se ci fermiamo al modo in cui viviamo la fede ci accorgiamo che in fondo in fondo a noi stessi, là dove nascono i nostri pensieri più sinceri e le scelte di ogni giorno, questa consapevolezza combatte con un’altra idea: che la nostra salvezza e l’amore che Dio ci dà devono essere guadagnati.
Ma se l’amore è un premio, allora è altrettanto vero che sentiamo che il male che ci capita è una punizione. Mi succede qualcosa di brutto? La prima domande che mi faccio è: “che ho fatto di male?”. Una parte di me crede davvero che ci sia un rapporto diretto tra quello che faccio e il premio (o la punizione) che ricevo.
L’immagine del fico ci accompagna su un piano completamente diverso. Il fico ormai sono anni che non fa frutti e il tagliarlo andrebbe nella direzione di quello che dicevamo: questo albero non “merita” di vivere. Il vignaiolo invece rilancia, e dà all’albero un altro anno in cui provare a dare il meglio di sé.
È bello che non si sappia che cosa si successo l’anno successivo. Avrà dato frutti? Forse sì, ma forse no. In questo caso gli sarà dato un anno in più. E forse ancora un altro. E ancora.
Siamo dunque invitati a lasciare andare l’immagine di un Dio che punisce continuamente! Al di là degli sbagli e dei peccati che commettiamo, il Signore non smette di scommettere su di noi. C’è sempre una possibilità nuova di ricominciare che ci aspetta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa tu avresti voluto tagliare, ma il Signore ha scelto di preservare, perché potesse ancora darti vita?
In che occasione hai pensato che il Signore ti stesse punendo?
Quale albero, quale elemento della tua vita affidi oggi al Signore, perché se ne prenda cura con fiducia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Ottobre
2018
La scommessa dell’amore
commento di Lc 13,1-9, a cura di Leonardo Vezzani SJ