A lui aveva concesso ricchezza, fama e potere, mentre desiderava soltanto la pace dello spirito e di poter tacitare le ombre che gli tormentavano il cuore…
C. R. Zafón
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 10,17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Mi lascio ispirare
Il destino dell’uomo è un volo verso l’alto! Dal basso delle situazioni personali, dal basso della propria precarietà verso l’Alto, da cui vedere con occhi nuovi se stessi e gli altri.
Per far questo non si tratta di ammonticchiare sempre più cose, relazioni, esperienze, situazioni. Si tratta di spiccare il volo, alleggerendosi!
Tutto quello che hai è importante, nella misura in cui ti aiuta a raggiungere l’essenziale: l’incontro con Dio e così con gli altri per giungere ad incontrare, scoprire e riconoscere autenticamente te stesso/a.
Tu sei quel giovane ricco: sei quella persona che non ha nome perché puoi mettere il tuo nome. Sei quel giovane perché sempre inesperto di fronte alla vita. Sei quel ricco che tende a considerare la sua esistenza un suo possesso e non un incredibile regalo che ti ha fatto il Signore, anche attraverso gli altri uomini.
Ed allora, invece di andartene triste da solo, alza lo sguardo e, con gli altri, spicca il volo verso l’Alto. È la tua possibilità, è la tua vita! Da ultimo a primo, nella e per la tua vita!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Verso dove vuoi volare?
Quali pesi t’impediscono di spiccare il volo?
Chi ti può aiutare a lanciarti verso l’Alto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Ottobre
2018
Per volare, non accumulare!
commento di Mc 10,17-30, a cura di Loris Piorar SJ