Non si può proibire all’azzurro di diventare cielo.
Ferzan Özpetek
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
Il nome di Gesù è un’arma contro il male. I discepoli inviati possono sconfiggere i demòni perché sono portatori di Cristo. Tuttavia è lo stesso Gesù a spostare il centro della questione. La forza ricevuta nel nome suo non è soltanto a servizio di un potere contro i demoni – forze soprannaturali che distraggono dall’unico e vero Dio. L’invio nel nome di Gesù non è per potere ma per sognare il cielo, per rallegrarsi nel vedere il proprio nome scritto nel cuore di Dio.
Gesù gioisce all’idea di condividere con noi il suo cielo. Loda il Padre che si rivela nella nostra piccolezza e ci sceglie tra l’universo delle creature. Per questa sorprendente elezione, nella terra che ha plasmato l’uomo troviamo già polvere di stelle, frammenti di quel cielo che è l’unione di Padre, Figlio e Spirito.
È nei nostri occhi che lo scintillio del cielo rivela la sua luce, e allora beati gli occhi del discepolo che già riflettono la luce di Cristo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi capita di invocare il nome di Gesù?
Cosa mi fa lodare il Signore?
Qual è l’ultimo sguardo in cui ho contemplato il cielo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Ottobre
2018
Sognare il cielo
commento di Lc 10,17-24, a cura di Giuseppe Amalfa SJ