La tua Parola, Signore, mi è giunta perché l’amassi, perché anch’io potessi diventare una tua parola.
Ernesto Olivero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Mi lascio ispirare
Gesù percorre tutte le strade dell’umanità fino a raggiungere quei luoghi (Tiro e Sidone) lontani, sconosciuti in quanto stranieri, che mai immagineremmo possa raggiungere.
Non c’è dunque nessun luogo della tua vita, della tua interiorità che Lui non desideri abitare. In particolare desidera incontrare proprio quegli aspetti che fanno più fatica ad aprirsi alla vita. È proprio lì che vuole giungere; è lì che hai bisogno di essere riempito di vita, di relazioni. Ecco, accoglilo, proprio lì sta venendo!
Qualcuno lo aiuta ad avvicinarsi: non irrompe, si presenta vicino, si lascia aiutare per raggiungerti. In fondo non si può fare tutto da soli: lasciati aiutare… apriti ad una vita di relazioni!
Ti guarda, ti vuole bene: lasciati guardare, lasciati volere bene. Ascolta le sue parole, accogli il suo sguardo, è tutto per te.
Fai fatica parlare, perché fai fatica ad ascoltare. Lasciati allora guarire, lasciati toccare. Lui si coinvolge totalmente con te. Si serve del suo corpo, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Così non si preserva, non si risparmia. Tutto per te, proprio nel momento di massima difficoltà, di massima incomunicabilità con l’Altro e con gli altri.
Lasciati creare, lasciati ri-creare… la Vita è tutta per te!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che luogo della tua vita oggi incontri più resistenze?
Quando hai sentito la presenza fisica del Signore nella tua vita?
Dove vorresti che Egli ti guarisse?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Settembre
2018
Ricrèati o ricreàti – una nuova creazione
commento di Mc 7,31-37, a cura di Loris Piorar SJ