È sempre l’atto d’intercessione che segna l’inizio di un processo di creazione.
Roman Polanski
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa’ questo, ed egli lo fa». All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, e sia fatto secondo la tua fede». In quell’istante il servo guarì. Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie.
Mi lascio ispirare
Che impressione il centurione! Che audacia, che perspicacia! Quanta capacità di porsi in ascolto del Signore e di chiedere aiuto per l’altro.
Certamente tutti abbiamo desiderato, o stiamo desiderando, il bene dell’altro oppresso dal dolore. Spontaneamente esce una preghiera d’intercessione. Come dice la parola stessa desideriamo metterci nel mezzo, fare un passo tra, pregare Dio con la medesima postura della sentinella rivolta all’aurora.
Non si tratta d’imporre nulla a nessuno, tanto meno che a Dio; si tratta di mostrare la nostra impotenza davanti a tutto quello che vediamo, consapevoli che c’è un bene che ci supera, ma che può raggiungere tutti, senza passare direttamente sempre la mia individuale esperienza.
La preghiera cristiana allora non è un modo per stare semplicemente più in pace con se stessi, ma è un modo di amare, è carità operosa, è dedicare, nel ricordo, il tempo all’altro. Permetti così, che l’altro incontri l’Altro; la preghiera cristiana diventa larghezza di cuore. E se un cuore è largo, accoglie vita, speranza!
La preghiera del centurione ci mostra come la nostra gioia possa passare “semplicemente” attraverso la gioia dell’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ti stai accorgendo in questo momento del dolore del tuo vicino, o sei tutto/a concentrato/a sul tuo?
Ti senti felice per gli altri, o vivi nella gelosia e nell’invidia?
Lasci che qualcuno preghi per te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Giugno
2018
La tua felicità è la mia!
commento di Mt 8,5-17, a cura di Loris Piorar SJ