Ho soltanto un sorriso.
Così. Un moto appena visibile di labbra.
E per te lo conservo:
ché un dono dell'amore.
Anna Achmatova
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 19, 25-34)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Mi lascio ispirare
Maria, cuore straboccante di dolore, non stacca gli occhi dal figlio nemmeno per un battito di ciglia. Una mano sulla pancia, una sul cuore. In punta di piedi, fa un passo avanti verso la croce, per stare più vicina al figlio. Gesù guarda il cielo, azzurro e terso, limpido. Come se già vedesse il Padre in tutta quella luce che scalda la terra. Sente lo sguardo della madre su di sé, il vuoto imminente che già spacca il suo cuore. Chiude gli occhi, intenerito da tanto amore di mamma, e sorridendo si volta verso Maria. Gesù si ferma a guardare sua mamma con gli occhi di un bimbo innamorato: tanti ricordi dell’infanzia lo riempiono. Poi vede Giovanni dietro Maria, le braccia pronte a cingerla nel momento del più grande dolore, cuore pronto ad amarla come solo un figlio sa fare. “ Ecco tua madre, ecco tuo figlio”. Giovanni abbraccia Maria tenero, ma saldo di fronte a quelle parole sussurrate ai loro cuori. Gesù chiude gli occhi, respira aria calda e chiede acqua. Sento quella spugna di aceto immergersi nel vaso, perderne gocce sulla terra rossa attorno alla croce. L’odore è troppo forte, irrita persino gli occhi. Maria impotente osserva la scena, sussurrando “Acqua, vuole acqua”, le mani verso quella spugna. Giovanni le cinge le braccia più forte. Gesù beve, guarda sua madre per un’ultima volta, occhi di bimbo che gridano amore e gratitudine, e poi con lo sguardo rivolto al sole, al Padre, spira sorridente.
Le lacrime scendono calde e senza freni sul viso di Maria, a terra dal dolore, senza fiato. Si volta verso il figlio solo al rumore di gocce di acqua e sangue che cadono a terra, che si versano in terra per dare vita. E il suo cuore di mamma capisce. La Vita, che è sangue, che è acqua, che è amore, ha inizio con l’amore fecondo che si versa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa vedi, quando guardi la croce?
Di cosa hai sete, oggi?
Chi sono le persone che senti esserti state date in custodia dal Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Maggio
2018
Cuore di mamma, occhi di figlio
commento di Gv 19, 25-34, a cura di Martina Pampagnin