Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un'unica, lunga passeggiata
Etty Hillesum
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,18-21)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
Nel discorso che rivolge ai suoi discepoli dopo la lavanda dei piedi, Gesù li mette in guardia: non avranno una vita facile. Saranno rifiutati, odiati e perseguitati proprio perché lo hanno seguito, hanno creduto nel Regno dei cieli che annuncia e si impegnano a vivere in modo evangelico. A rigettarli è il mondo, che in questo passaggio non indica il creato o l’umanità amati di Dio, ma una certa mentalità mondana, che si nutre di valori effimeri o di controvalori, che insegue un’apparenza priva di sostanza, privilegia relazioni superficiali e non tollera chi opera per il bene.
Gesù risponde a questa violenza, che divide gli uomini e nega la loro dignità, ricordando che tra lui e i discepoli c’è una relazione forte e salda: sono stati scelti, chiamati e amati da lui, e questo legame non può essere spezzato dalle azioni di chi coltiva l’odio. Possono, invece, essere spezzate le catene delle azioni di morte e del rifiuto dell’altro, ripetendo il gesto di amore e di dono di sé che ha compiuto Gesù, inviato dal Padre non per condannare il mondo, ma per salvarlo. Se guardiamo al Risorto, comprendiamo allora che di fronte al male che deturpa ciò che è buono, bello e giusto, non siamo soli perché lui cammina con noi!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando di fronte al rifiuto, alle violenze, al male mi sono sentito solo?
Quanta importanza attribuisco alla “mentalità mondana”? Quanto mi lascio influenzare?
In che occasione la catena dell’odio è stata spezzata da gesti di dono?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Maggio
2018
Non siamo soli!
commento di Gv 15,18-21, a cura di Giuseppe Riggio SJ