Limitare il dono in anticipo dicendo: arriverò fin lì, ma non oltre, significa non dare assolutamente nulla.
San Francesco d’Assisi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,52-59)
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Mi lascio ispirare
Eucaristia, voce del verbo donarsi senza risparmio! Cosa non si inventa un padre per i suoi figli, e cosa non si inventa Dio per recuperare un’umanità testarda e pronta solo a discutere! Sembra quasi una resa, quella di un Dio che non solo si fa carne, si fa umano, ma “usa” questa stessa carne come strumento di salvezza, come veicolo dell’unica vita piena che ha un anticipo nella relazione qui e ora nella persona di Gesù Cristo. La resa di Dio non al peccato, ma a se stesso e al suo amore per ogni uomo e ogni donna: si rende e si arrende alla logica di un amore che non solo teorizza, ma realizza in se stesso il dono che si consuma. Questo e molto altro è l’Eucaristia, la messa celebrata nel tempio e continuata nell’incontro coi fratelli. È l’Eucaristia, però, che apre la porta dell’Altro e degli altri. Chi ne mangia vive già l’eternità di Dio ed entra nel circolo virtuoso di una relazione che non possiede e non domina.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho davvero sentito il corpo e il sangue di Cristo come mio pane quotidiano?
Che circostanza mi è sembrato che il donarsi di Dio fosse folle mancanza di buon senso?
In che luoghi della mia vita faccio fatica ad accettare e a ringraziare Dio e gli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Aprile
2018
Saziati dall’amore
commento di Gv 6,52-59, a cura di Michele Papaluca SJ