Ho comprato delle batterie, ma non erano incluse.
Steven Wright
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Mi lascio ispirare
Gesù entra nel tempio e compie un gesto forte: scaccia coloro che usano quel luogo per fare affari. Non viene detto che i commercianti sono disonesti. Eppure vengono accusati di aver trasformato la casa di Dio in un covo di ladri. È un gesto simbolico. Gesù denuncia un rapporto malato con Dio, basato su una logica economica del dare-avere, dello scambio. La vendita degli animali per i sacrifici rivela una concezione utilitaristica della relazione sacra, che di fatto è pagana. Il sacrificio presso i pagani è fatto per placare l’ira di Dio.
Il Dio di Israele non è un Dio che si compra con dei sacrifici. Il sacrificio che il popolo di Israele compie è piuttosto l’espressione di ringraziamento per un bene già ricevuto. Esprime gratitudine e riconoscenza, non dovere o tributo. Ma è così sottile il crinale che spesso cadiamo nel tranello. Spesso è più rassicurante avere la situazione sotto controllo e pagare il dovuto. Ci fa sentire a posto, più tranquilli, più autonomi.
Noi oggi siamo quel tempio. Il risorto, prendendo dimora presso di noi, scalza ogni tentazione di concepire la nostra relazione con Dio secondo una logica economica. Perché il sacrificio l’ha compiuto già lui con il suo morire sulla croce per noi. A partire da questo debito già pagato, non c’è più bisogno di ingraziarsi Dio con atteggiamenti che nascono dalla paura o dal timore di contraddirlo. Non bisogna acquistare nulla. E quando il cuore si accorge di essere stato salvato nella gratuità, esulta di gioia e non trattiene per sé. Si percepisce libero. Può finalmente essere se stesso: generatore di amore gratuito. E non compra, non vende. Semplicemente dona.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali atteggiamenti rivelano il mio rapporto economico con Dio?
Ho mai incontrato persone che donano senza pretendere nulla in cambio?
In quali ambiti mi viene particolarmente spontaneo vivere la gratuità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Novembre
2017
La libertà di donare? Non ha prezzo!
commento di Lc 19,45-48, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ