Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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Ogni volta che l’aereo s’inclinava troppo bruscamente al decollo o all’atterraggio speravo in uno schianto, in una collisione a mezz’aria, qualunque cosa. L’assicurazione paga il triplo se muori durante un viaggio di lavoro. Fight Club In quel tempo, G …
Mi lascio ispirare
Ogni volta che l’aereo s’inclinava troppo bruscamente al decollo o all’atterraggio speravo in uno schianto, in una collisione a mezz’aria, qualunque cosa. L’assicurazione paga il triplo se muori durante un viaggio di lavoro.
Fight Club
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Lc 14,12-14
L’aspettativa del riconoscimento, la pre-occupazione di avere un avvenire sicuro, assicurarsi anche solo per il caso di necessità, invalidano il gusto e la convenienza dell’offerta.
I protagonisti dell’episodio sono il padrone di casa – capo dei farisei, uomo della legge magnanimo per condotta, per possibilità e per responsabilità – e l’invitato – Gesù, personaggio del momento amato e odiato, atteso e messo alla prova, conosciuto e sconosciuto, vicino e lontano.
Le prospettive messe in luce nel racconto sono almeno quattro, due per il padrone di casa, due per l’invitato: il padrone di casa può essere colui che offre il banchetto per trovarne contraccambio e che si aspetta che un giorno questo si realizzi, oppure può esser colui che invita al banchetto per condividere e gioire, per prendersi cura dell’invitato trovando così non solo il compimento della sua persona e della validità delle sue risorse, ma anche la pienezza dell’incontro.
Dall’altra parte c’è l’invitato che nell’accettare l’invito, il dono del banchetto, sviluppa in sè un senso di debito, di gratitudine condizionata, condividendo ma nella consapevolezza di avere l’onere di restituire; l’invitato che sa di non poter ricambiare, si trova invece a partecipare e a godere, assieme al padrone di casa, della bellezza e della bontà del banchetto e gusta l’onore dell’invito sapendosi conosciuto e voluto pur nei suoi limiti.
Siamo chiamati oggi a nutrirci di compimento e gratuità, nella libertà di un invito incondizionato.
- Quale delle quattro prospettive ti è capitato più spesso di assumere?
- Quando hai sperimentato la gratuità?
- Qual è l’invito incondizionato che puoi volgere o ricevere oggi?
Rete Loyola Bologna
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Novembre
2017
6/11 – Gratis!
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)