Perché anche la fede è una forma d’abbandono.
Michela Marzano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2, 22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Mi lascio ispirare
Oggi ci viene presentato il mistero della storia di ciascuno di noi che si realizza, l’incomprensibile compiutezza delle promesse di Dio per me, la mia famiglia, la tua, tutto il suo popolo. Questa promessa è custodita nel corpicino di un bimbo, figlio dell’uomo e figlio di Dio – e, a dire di Simeone, “segno di contraddizione”. Infatti Gesù è uno scandalo per la morale comune degli uomini fatta di leggi e prassi inamovibili: è pura follia pensare di trovare pienezza e giustizia nell’amare il prossimo come se stessi.
Ma come fa Simeone ad esserne così sicuro? Simeone è l’uomo giusto e affidato, è l’uomo capace di svuotarsi di se stesso per lasciare che sia Dio ad essere sue gambe e sua bussola per il cammino, nonostante questo sia buio e sconosciuto.
Allora seguiamo l’esempio di Simeone: abbiamo fede, abbiamo coraggio di camminare su sentieri sconosciuti e su gambe che non sono le nostre, affidati al Signore che c’è e farà grandi cose per noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
E io come vivo l’attesa di un evento importante per la mia vita?
Ho il coraggio di accogliere Gesù che viene a liberarmi dai miei idoli e chiusure?
Come posso seguire l’esempio di Simeone, nella mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Dicembre
2017
Mi fido di Te!
commento di Lc 2, 22-35, a cura di Ilaria De Lillo