Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente».
Mi lascio ispirare
Il coraggio è il primo requisito della spiritualità. I vili non possono mai essere morali.
Gandhi
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa’ questo, ed egli lo fa’». All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Mt 8,5-11
Egli entra in Cafarnao. È la città in cui Gesù svolgeva la sua giornata: il vangelo di Marco ci racconta quando incontrava la gente, dove la incontrava, quando pregava stando con il Padre. È quindi la città di ogni quotidianità, della sua come della tua.
Lui entra lì, nella tua storia, nei luoghi della tua vita, nel tuo tempo. Il suo avvento (come l’Avvento che abbiamo appena iniziato a vivere) si realizza così, semplicemente ed autenticamente.
C’è un’audacia che ti aiuta ad incontrarlo nel suo venire in ogni ora ed in ogni momento: il centurione non si ritiene degno, ma osa, audacemente, chiedere aiuto, vicinanza, guarigione. Riconosce davanti a sé una nuova possibilità di vita e ci si tuffa, accoglie la vita che lo raggiunge … forse è proprio grazie a tale audacia che diventa veramente degno, un’audacia fiduciosa che spinge ad es-porsi verso colui che ad-viene.
Grazie a questo viene posto a tavola con i grandi Abramo, Isacco e Giacobbe. Qualsiasi sia la tua storia, sei destinato ai primi posti con coloro che ti hanno accompagnato da sempre, anche perché la tavola del banchetto è a cerchio, e quindi non ci sono seconde file, siamo tutti in prima fila … basta avere l’audacia di esporsi.
- Gesù viene nella tua storia. Ti lasci stupire da lui o costruisci barricate?
- Riconosci desideri autentici di pienezza nel tuo cuore. Hai oggi il coraggio di chiedergli aiuto?
- Sei consapevole che il Signore ti accoglie. Vuoi sederti in prima fila (… che è l’unica!)?
p. Loris Piorar SJ
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Dicembre
2017
04/12 – In prima fila!
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)