Era il tipo di voce che l’orecchio sente e segue in tutte le modulazioni come se ogni parola fosse un raggruppamento di note che non verrà mai più ripetuto
(F. Scott Fitzgerald)
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Mi lascio ispirare
Chi ama profondamente riconosce tra mille altre la voce della persona amata: tonalità, calore, intensità e timbro la rendono unica. Per quanto possa essere simile ad un’altra, quella voce avrà sempre qualcosa di distintivo.
Così vale anche e soprattutto per la voce di Gesù che, come novelli discepoli, siamo chiamati a riconoscere nella polifonia di suoni e parole che quotidianamente ci circondano e agiscono nel tentativo di ammaliarci e portarci fuori dal suo coro. Gesù ci invita a non lasciare che abbia la meglio su di noi il terrore di fronte alla terra che ci trema sotto i piedi, alla discordia e al conflitto; ci invita a restare sintonizzati sulla sua voce.
Ci ricorda di non smettere di ricercare la sua voce, nemmeno quando il rumore delle pietre che cadono le une sulle altre è così forte da indurci a mettere le mani sulle orecchie per non sentire altro. Ascoltare la sua voce calda e amorevole nel frastuono delle pietre che cadono, riconoscerla nel quotidiano e fidarci di lei: a questo siamo chiamati come figli amati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando non ho saputo distinguere le voci ammaliatrici da quella di Dio?
Dove mi parla la voce del Signore?
In cosa vorrei saper riconoscere la voce di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Novembre
2017
Listen!
commento di Lc 21,5-11, a cura di Martina Pampagnin