Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo ()
a cura dei Gesuiti Italiani ACCOGLIENZA: niente di noi va nascosto, tutto di noi viene accolto ed amato Accogliere il fratello come un dono. Non come un rivale. Un pretenzioso che vuole scavalcarmi. Un possibile concorrente da tenere sotto controllo pe …
Mi lascio ispirare
a cura dei Gesuiti Italiani
ACCOGLIENZA: niente di noi va nascosto,
tutto di noi viene accolto ed amato
Accogliere il fratello come un dono. Non come un rivale. Un pretenzioso che vuole scavalcarmi. Un possibile concorrente da tenere sotto controllo perché non mi faccia le scarpe. Don Tonino Bello
Mc 3, 1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
“vieni qui in mezzo!». Il Signore ascolta. Si accorge dell’uomo e gli rivolge la parola. In fondo gli dà un ordine interessante. Gli dice di occupare un posto privilegiato, davanti all’attenzione di tutti. Tutti devono vedere chiaramente, non hai nulla da nascondere. Le tue ferite sono il luogo per lasciarti amare.
L’uomo un po’ in imbarazzo per la condizione della sua mano aveva preso posto ai margini dell’assemblea, in modo da non essere riconosciuto.
Il riconoscimento di Gesù invece lo porta al centro. L’uomo deve mostrare la sua mano, il suo cuore arido. L’uomo è chiamato quasi a raccontare il suo cuore chiuso. Sembra una contraddizione: quando ci sentiamo aridi, feriti vorremmo fare tutt’altro che raccontare la nostra aridità, mostrare la nostra ferita; per raccontarci, mostrarci aspettiamo i momenti più gioiosi e intensi.
Invece è fondamentale imparare a dire a Lui ciò che ho nel cuore, perché si possa sciogliere e aprire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Gennaio
2015
21/01 #ACCOGLIENZA
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)