Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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SEGNI: Giovanni, colui che vede un fatto e crede a ciò che significa “Un mucchio di sassi smette di essere un mucchio di sassi nel momento in cui un singolo uomo lo contempla, portando con sé l’immagine di una cattedrale.” [Antoine de Saint-Exupery] …
Mi lascio ispirare
SEGNI: Giovanni, colui che vede un fatto e crede a ciò che significa
“Un mucchio di sassi smette di essere un mucchio di sassi nel momento in cui un singolo uomo lo contempla, portando con sé l’immagine di una cattedrale.” [Antoine de Saint-Exupery]
Gv 20,2-8
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Giovanni, consapevole di essere l’ultimo tra quelli che hanno visto Gesù, dichiara l’importanza del “credere senza vedere”. Ogni evento, unico e irrepetibile, è visto solo da chi è vicino nel tempo e nello spazio. Tuttavia la parola di chi lo testimonia lo rende presente anche a chi l’ascolta. Tema di tutta la sezione conclusiva del Vangelo di Giovanni è il rapporto tra “vedere e credere”: si vede un fatto e si crede a ciò che significa. L’uomo è colui che sa leggere la realtà: ogni evento è un segno, che è significativo solo per chi lo intende. la fede non è cieca: è intelligenza che coglie il significato dei fatti e si rende conto del perché siano così e non diversamente. Credere non è creduloneria, ma l’interpretazione più ragionevole della realtà.
I primi discepoli, contemporanei a Gesù, credono in lui non solo perché lo hanno visto risorto, ma anche perché hanno sperimentato cosa significa per loro che lui sia risorto. Noi, che veniamo dopo, crediamo sulla loro parola: accogliendo la loro testimonianza, vediamo con i loro occhi. Tuttavia chiunque crede, abbia o non abbia visto, fa la medesima esperienza: aderisce con amore al Signore risorto e vive del suo Spirito.
p. Silvano Fausti sj (1940-2015), annunciatore e commentatore della Parola del Vivente
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Dicembre
2016
27/12 #segni
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)