Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo ()
COMPASSIONE: Davanti al tu che ascolti si apre la possibilità di convertirsi in un tu che ami! È più facile meditare che fare effettivamente qualcosa per gli altri. Limitarsi a meditare sulla compassione equivale a optare per l’opzione passiva. La nost …
Mi lascio ispirare
COMPASSIONE: Davanti al tu che ascolti
si apre la possibilità di convertirsi in un tu che ami!
È più facile meditare che fare effettivamente qualcosa per gli altri. Limitarsi a meditare sulla compassione equivale a optare per l’opzione passiva. La nostra meditazione dovrebbe creare la base per l’azione, per cogliere l’opportunità di fare qualcosa. Dalai Lama
Lc 10,25-37
Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
La Parola di Dio spera che chi si pone dinanzi ad essa sia capace di ascoltare e accogliere l’invito che Dio gli fa. Davanti al tu che ascolti si apre la possibilità di convertirsi in un tu che ami. I protagonisti della scena inizialmente sono Gesù e lo scriba che vuole sapere, ma non chiede per aumentare la sua conoscenza ma per mettere alla prova Gesù. Come sempre Gesù non gli dà la risposta ma lo mette nelle condizioni di cercarla da solo, gli indica dove trovare la risposta. Vuole tirarlo fuori dal mondo del sapere per condurlo al fare. E alla seconda domanda: «Chi è il mio prossimo?» Gesù gli risponde: «Chi si è fatto prossimo per l’altro?».
I personaggi della parabola: un uomo, banditi, levita, sacerdote, samaritano, sono tutti, eccetto l’uomo, designati per la loro funzione sociale, alcuni di prestigio altri marginali. L’uomo appare al centro del racconto già che tutti hanno a che fare con lui. Ha un ruolo centrale pur nella passività. Tutti si definiscono a favore o contro di lui. Tutti coloro che lo incontrano acquisiscono un sapere su di lui, però per alcuni è un ostacolo da evitare. Per il samaritano l’uomo è colui che attrae la sua compassione, lo vede privato di un bene da restituirgli e assume il rischio dell’incontro, e si lascia interpellare e coinvolgere con le necessità dell’altro la cui vita conta per il samaritano più che il suo viaggio. Ci sono perciò due modi di vedere: rimare lontani o coinvolgersi.
I personaggi della parabola possono farci da specchio e forse anche in noi risuona «Che devo fare?» però senza coinvolgere la nostra vita, senza attenzione per l’uomo ferito, siamo distratti, occupati, incapaci di vivere centrati in ciò che è essenziale. Il samaritano, invece, appare decentrato da sé. «Vai e fai tu lo stesso». Chi è il mio prossimo? Forse il compagno di scuola emarginato, forse quel ragazzo che ai corsi è sempre isolato, quello che fa fatica, lo straniero che ha difficoltà ad integrarsi…
Gesù ci libera dall’interesse per il sapere chi è o cosa fa, ci fa uscire dal mondo finto nel quale ci rifugiamo e per questa breccia aperta si intravede un sentiero da percorrere: Vai!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Ottobre
2014
06/10 #COMPASSIONE
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)