Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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VERITA’: il rispetto dei tempi e di modi delle relazioni “Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»” (Gv 18,38) Gv 16,12-15 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della v …
Mi lascio ispirare
VERITA’: il rispetto dei tempi e di modi delle relazioni
“Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»” (Gv 18,38)
Gv 16,12-15
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora
“Promettimi che io e te ci diremo sempre tutto, senza nasconderci mai nulla?” “Dire tutta la verità… Solo la verità… Nient’altro che la verità”! Espressioni di questo tipo spesso accompagnano decisive e delicate situazioni della nostra vita, identificando immediatamemte quella che è a cosa giusta da fare… Amare veramente non vuol forse dire che bisogna dirsi sempre tutto? Essere testimoni credibili non significa forse dire tutto quello che si sa? La risposta a simili interrogativi parrebbe fin troppo ovvia… Eppure per Gesù le cose non sembrano stare propriamente così… Almeno non sempre!
In un momento così denso come quello delle ultime parole consegnate da Gesù ai suoi discepoli nell’intimità del cenacolo, egli afferma con chiarezza che amare non significa “dirsi tutto” e che accedere a “tutta la verità” non si risolve nella testimonianza di un momento, bensì nel dare fiducia all’azione dello Spirito che ci guida passo dopo passo nella vita.
La verità di cui parla Gesù non è uno slogan né una formulazione di contenuti autorevoli, ma l’affermazione che solo dentro il limite della relazione vissuta con i suoi discepoli può avvenire una comunicazione autentica del suo amore e può aprirsi lo spazio per cresce verso un “di più” che al presente non è possibile, ma che rimane sempre aperto… E proprio questa apertura è ciò che alimenta la speranza del discepolo di Gesù!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Maggio
2016
04/05 #(tutta)laverità
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)